Copyright: Rassegna stampa

È consentito fare una rassegna stampa?

Sul tema delle rassegne stampa, siano esse pubblicate su carta ovvero on-line, si conoscono poche decisioni e non esiste una normativa specifica che le riguardi. Per rispondere al quesito, occorre, quindi, valutare diversi aspetti della situazione e fare riferimento a norme dettate in materia di tutela degli articoli giornalistici e delle riviste considerate nella loro interezza.

La riproduzione di articoli tratti da diverse testate su un certo argomento e la loro diffusione ai propri clienti è da considerarsi illecita se fatta a scopo di lucro. In questo senso si è espresso tra l’altro il Tribunale di Milano nella causa Milano Finanza, Italia Oggi e Class contro Selpress, società che pubblicava on-line in tempo reale gli articoli tratti dalle predette testate. Il divieto è sancito, in particolare, dall’art. 101 L.d.A. che sanziona come atto di concorrenza sleale la riproduzione sistematica di informazioni raccolte da un concorrente.

Nel caso di un’associazione senza scopo di lucro e non di un’impresa, l’ipotesi della concorrenza sleale non si pone, in quanto manca il presupposto della stessa che consiste nello svolgimento di un’attività economica da parte di un concorrente. Pertanto, la pubblicazione su internet di alcuni articoli giornalistici di carattere economico è consentita a meno che gli articoli stessi non rechino la dicitura “riproduzione riservata” nel qual caso si dovrà comunque chiedere il consenso all’autore o all’editore. E’ quanto stabilisce l’art. 65 della L.d.A. il quale prevede che “gli articoli di attualità, di carattere economico, politico, religioso, pubblicati nelle riviste o giornali, possono essere liberamente riprodotti in altre riviste o giornali anche radiofonici, se la riproduzione non è stata riservata, purché si indichino la fonte da cui sono tratti, la data e il nome dell’autore se riportato”.

In ogni caso è opportuno evitare di riprodurre sistematicamente articoli di altre riviste, anche se lo si fa gratuitamente, in quanto solo una produzione limitata di quanto è necessario allo scopo di informazione può essere ritenuta davvero lecita.