Produciamo modellini di auto e adesso ci siamo accorti che una ditta di Taiwan ci copia spudoratamente. Per il futuro provvederemo a brevettarli, ma per il passato è tutto perduto?

In effetti la cosa giusta da fare e’ quella di brevettare il modello, magari oltre che nelle sue parti tecniche anche nella sua linea se questa ha una certa rilevanza. Il brevetto è l’unico strumento che consente di proteggere efficacemente i propri prodotti anche se, avendo una portata territoriale, non può tutelare sul territorio di Taiwan a meno che quella impresa non venda in Italia, nel qual caso violerebbe il diritto esclusivo derivante dalla privativa. Il problema che sussiste con la ditta di Taiwan al momento attuale ovvero senza aver depositato alcun brevetto in passato, è piuttosto complesso. Per prima cosa, occorre valutare dove questa impresa produce e vende e poi affrontare il problema del plagio. Se i prodotti copiati vengono venduti anche in Italia, magari tramite un’azienda locale che acquista queste auto e le immette sul mercato interno, si potrebbe valutare l’ipotesi di agire contro l’importatrice per concorrenza sleale. Questo tipo di azione è più complessa rispetto a quella prevista per la difesa di un brevetto, ma potrebbe essere teoricamente possibile, a condizione che le due auto risultino confondibili a prima vista. Se invece l’impresa in questione vende solo all’estero, occorre valutare se anche voi vendete in quello stato e se la legge locale riconosce, ed in quali limiti, la possibilità di agire con azione di concorrenza sleale per imitazione servile di prodotti.